
Terrorismo. E’ il settimo attentato che la Turchia si ritrova ad affrontare da inizio 2016, e anche stavolta la meta preferita dagli attentatori è stata la città turca probabilmente più turistica e occidentalizzata: Istanbul.
Come accaduto a marzo a Bruxelles, l’ultimo attentato messo a segno da un commando di terroristi è avvenuto nel principale aeroporto turco, quello di Ataturk, dove in sette si sono introdotti nel complesso ed hanno cominciato a sparare alla folla armati di kalashnikov. In tre si sono anche fatti esplodere non appena accortisi del sopraggiungere delle forze speciali.
Tra i 42 morti nessun italiano
Il bilancio è drammatico: 42 morti e 240 feriti; mentre per quel che riguarda i terroristi le fonti parlano di tre morti suicidi, di un arresto e di altre tre unità in fuga. Da prime verifiche risulta che i tre attentatori morti non siano turchi, e che l’unico arrestato sia in realtà una donna che era già sospettata potesse far parte di una cellula terroristica. Tra le vittime, invece, si contano anche 13 stranieri: cinesi, uzbeki, tunisini, iracheni, sauditi, giordani, palestinesi, ucraini e iraniani. Nessun italiano, invece.
L’attentato non è ancora stato rivendicato dall’Isis ma è evidente che tutte le indicazioni suggeriscano che ci sia il sigillo dello Stato Islamico dietro quella che è l’ennesima, brutale carneficina. Molti i voli cancellati e quelli finiti vittima di ritardi, mentre nelle ore successive all’attentato l’aeroporto è stato parzialmente riaperto per continuare a garantire un minimo di mobilità agli utenti.
Matteo D’Apolito