Nozze gay: legge Cirinnà a 6 mesi, quasi mille coppie sposate

Nozze gay: legge Cirinnà a 6 mesi, quasi mille coppie sposate

Nessun flop per le nozze gay

Nei giorni successivi all’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni gay, molti quotidiani italiani si apprestavano a parlare di «flop» viste le poche cerimonie celebrate. E invece, a sei mesi di distanza dall’approvazione del testo, si può parlare di tutto fuorché di flop: ad oggi la legge Cirinnà ha permesso a quasi 1.000 coppie di convolare a nozze.

Cirinnà: Nessun flop per le nozze gayLa prima unione civile italiana fu officiata nell’agosto scorso a Castel San Pietro, in Emilia Romagna, tra Deborah Piccinini ed Elena Vanni. E da quel momento in poi sono arrivate a pioggia altri fatidici Sì da parte di donne e uomini che da anni coltivavano il sogno di poter ufficializzare e soprattutto proteggere dinanzi allo Stato italiano il loro amore.

Tuttavia, se da una parte le statistiche ci mostrano come molte coppie sono riuscite a coronare il loro sogno, è ancora diffusa nella nostra società la paura del coming out. Fabrizio Marrazzo, storico esponente della comunità LGBT, spiega: «Le coppie gay spesso preferiscono rimanere nella riservatezza, spesso non chiedono il congedo matrimoniale e non vogliono rendere pubblica la notizia della loro unione. C’è ancora un po’ di paura». E poi, «rimane scoperto il problema delle adozioni».

Per quanto riguarda le statistiche delle mille coppie gay sposate fino ad oggi, è Monica Cirinnà a fornire un primo quadro della situazione: «I primi corsi in Comune a sposarsi sono state persone grandi o molto grandi. Non sono stati i giovani». Per quanto concerne la distribuzione geografica, invece, al primo posto spicca Milano con un centinaio di coppie iscritte nei registri; bene anche Napoli, così come Sardegna e Sicilia. Sembra però che Roma stia recuperando parecchio: nella Capitale le domande fatte al Campidoglio vanno ben oltre il centinaio.

Matteo D’Apolito