
Il primo ministro ungherese Viktor Orban non sembra intenzionato a rassegnarsi.
Dopo aver indetto un referendum popolare con cui chiedeva alla popolazione di appoggiare la sua politica anti immigrazionista ed euroscettica, per frenare l’ondata migratoria che potrebbe coinvolgere l’Ungheria, Orban ci ha riprovato mettendo mano alla Costituzione.
Il premier nazionalconservatore, però, ha ricevuto un’altra batosta anche seguendo questa seconda via: la richiesta fatta al Parlamento di inserire nella Costituzione il no alle quote di ripartizione dei migranti tra i Paesi Ue è stata clamorosamente bocciata.
Il maestoso Parlamento che si affaccia sulle rive del Danubio, a Budapest, non ha approvato l’emendamento che il capo del governo aveva tentato in più di una occasione di rilanciare e far approvare.
La maggioranza a dire il vero è stata dalla sua parte, ma trattandosi di una modifica costituzionale era necessario il voto favorevole dei 2/3 del Parlamento, soglia che Orban, con il 65.8% dei sì, di fatto non ha raggiunto.
La sconfitta in Parlamento di Orban però non pare sia arrivata per merito di uno spirito europeista e liberale del Paese, anzi! Gli osservatori politici fanno notare che il piano anti Ue e anti immigrati di Orban non riesce a decollare proprio per colpa dell’estrema destra razzista e antisemita che al governo aveva chiesto misure ancora più dure sul fronte immigrazione.
Viviana Bottalico