Un altro terribile dramma colpisce ancora una volta il cuore dell’Occidente ed in particolar modo quello della comunità gay. Poco proprio giorni prima il presidente Barack Obama aveva preso una forte posizioni in favore dei diritti omosessuali, un choc per la platea di cristiani.
E’ una strage orribile quella che si è consumata alle 2 di notte di sabato al club Pulse, un locale gay di Orlando (Florida). Omar Seddique Mateen, 29enne americano ma di origini afghane, è entrato nel bar e con il suo fucile ha sparato alla folla uccidendo sul colpo 50 persone e ferendone altre 53. Dopodiché si è ucciso a sua volta.
Un odio viscerale contro i gay. Questo il movente che ha spinto Omar a compiere la sua carneficina. E’ stato lo stesso padre a dichiarare ai media che il figlio provava una forte repulsione nei confronti dei gay, raccontando di quando un giorno era andato su tutte le furie per il solo fatto di aver visto due omosessuali baciarsi a Miami. Anche l’ex moglie di Mateen ha successivamente confessato di essersi lasciata da lui proprio per via della sua instabilità e della sua violenza.
E mentre Barack Obama descrive quanto accaduto come «un atto di terrore e di odio», Hillary Clinton si dice «letteralmente sconvolta». Il candidato repubblicano alla presidenza, Donald Trump, invece, cavalca l’onda per riaffermare quanto sia giusta la sua propaganda anti-Islam (tanto è vero che gli analisti sono convinti che questa strage lo farà volare ulteriormente nei consensi).
E se c’è un Occidente straziato dal dolore e dalla rabbia, dall’altra parte della barricata c’è invece chi esulta. L’Isis ha rivendicato l’attacco osannando il killer: «Possa Allah accogliere l’eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare lo stesso», hanno detto i jihadisti. Il governatore della Florida, Rick Scott, si dice certo che non si tratti di un atto solitario ma di un chiaro «atto terroristico», e a fargli eco c’è l’Fbi che parla di atto terroristico.
Brunelli Colli
