Storie di figli di genitori gay. L’incredibile progetto THE KIDS

Non è mai facile fare coming out. Soprattutto se si hanno già dei figli. Una decisone in molti casi dolorosa, ma necessaria. Sono molte infatti le persone che, nonostante la consapevolezza del loro orientamento sessuale, decidono – soprattutto per il contesto sociale e culturale in cui vivono – di avere una ‹‹famiglia tradizionale››. E molto spesso diventano genitori. Nella maggior parte dei casi i figli (almeno inizialmente) non capiscono la scelta fatta e si sentono traditi. Come è successo a Gabriela Herman, che però ha deciso di ‹‹sfogare›› la sua rabbia in un progetto fotografico. Attraverso le storie dei vari ragazzi, la fotografa ha potuto sublimare il suo dolore e capire le scelte della madre che aveva deciso di fare coming-out, provocando la inevitabile rottura del matrimonio.

Un “album” che racchiude tante storie diverse

Girare il mondo per raccontare nel progetto fotografico The Kids la storia di questi ragazzi. Il progetto di Herman è ambizioso, a metà tra viaggio-interiore e fotoracconto.  E i protagonisti hanno storie molto diverse tra loro. C’è chi ha immediatamente appoggiato la scelta del genitore e chi – come la fotografa – si è sentita tradita, c’è chi è cresciuto prima con due mamme e poi con la madre biologica e il suo nuovo compagno, chi  ha vissuto la trasformazione del padre da uomo a donna e chi è stato adottato.

Come è successo ad Annie, ad esempio. Quando aveva 4 anni, suo padre è diventato donna: «Non ho ricordi di papà come uomo. È stato come crescere con due mamme. Quando sono cresciuta ho solo avuto un po’ di difficoltà nel sapere come spiegarlo alle persone». Oppure a Zach, cresciuto nello Iowa con due mamme: «Penso che la parola per descrivere la nostra famiglia non sia LGBT ma è “famiglia”». Aronne invece è cresciuto con le sue due mamme ed era consapevole di avere “un altro tipo di famiglia”. «Le mie mamme – spiega il ragazzo –  si sono separate quando avevo 7 anni, perché la mia mamma biologica si innamorò di un uomo. Sapevo che la mia famiglia era diversa, ma non era stranamente diversa, era solo un altro tipo di famiglia».

Ancora tanta resistenza culturale

«Spero che con il tempo le difficoltà nell’affrontare argomenti come questo svaniranno per tutti – afferma Gabriela – e i miei figli si chiederanno solo cosa fosse tutto questo polverone». Il suo progetto ha messo in evidenza la reticenza dell’opinione pubblica sull’argomento. Basti pensare che l’Italia ha approvato la legge per le unioni civili solo nel 2016, dopo uno lungo scontro parlamentare. Una legge che, però, ha visto l’esclusione delle adozioni. 

Un progetto lungo quattro anni

«Ho passato quattro anni a fotografare e intervistare ragazzi che avevano uno o due genitori LGBT ed è nato The Kids. «Hanno storie molto varie. Alcuni sono stati adottati, altri sono nati grazie all’inseminazione artificiale, altri sono figli di genitori divorziati». Negli States le coppie omosessuali possono sposarsi ovunque e sono ufficialmente riconosciute dalla legge. Ma come in Italia, le resistenze culturali non mancano soprattutto nelle piccole realtà o nelle campagne.

(guarda tutte le foto)

VANESSA

«Io e mia sorella eravamo più arrabbiate per la sensazione di essere state prese in giro per molto tempo riguardo la sessualità di mio padre».

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MARK

«Mio padre è gay. E’ ancora nella fase coming out. Ho avuto un’intuizione che mio padre fosse gay fin dall’inizio. Ho sempre saputo che io ero gay. Nella mia infanzia mio padre aveva gli stessi comportamenti di nascondere la propria femminilità che avevo io, come incrociare le gambe o gesticolare»

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JOHN 

«La prima volta che ne parlai fu quando mia madre comprò il libro “Il compagno di papà”».

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ALLISON

«Appena ho scoperto che nella mia nuova scuola c’erano altre famiglie gay- è stato incredibile conoscere altri ragazzi della mia età- e rendersi conto che non ero l’unica che conosceva i gay e non era più un oscuro segreto che dovevo nascondere».

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ANNIE

«In realtà non ricordo mio padre come un uomo, credo che io sia cresciuta sempre con due mamme. Ma per me non è mai stato un grande problema. Non è mai stato così fino a che non andai al college e ho avuto a che fare con altre persone a cui raccontare questa cosa. Non ne ho mai veramente parlato».

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ROBIE

«Al college ero in una classe dove c’era un tizio che ha tirato fuori il fatto che aveva due mamme. E io ho pensato: «Oh mio Dio!». In realtà ero un po’ sconvolta, ma non mi sono finalmente sentita più isolata perchè finalmente avevo trovato qualcuno nella mia stessa situazione. Naturalmente siamo stati molto vicini ed è stato davvero incredibile».

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JAMIE

«Sono cresciuta con mia madre e le sue diverse partner, ma molti dei suoi amici erano nella mia vita, quindi mi sento di essere cresciuta con un sacco di donne diverse».

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KARRY

«Ricordo una conversazione con mia madre che diceva di voler sposare un’altra donna. Quando ero molto piccola volevo sposare la mia migliore amica così ho detto: «Oh, come me e Sarah ?». E lei: «No, non come te e Sarah».

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ZACH

«Penso che la parola d’ordine per descrivere la nostra famiglia non è LGBT, ma è “famiglia”. Se guardate la stragrande maggioranza delle cose che definiscono chi sono le mie mamme, o cos’è la mia famiglia, non è esatto dire che le mie mamme sono due gay sposate».

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HOPE

«Sapevo che c’erano altri tipi di famiglie perchè avevo visto le famiglie dei miei amici e sapevo che la gente aveva qualcosa che chiamava “madre “che non io non avevo, ma non mi sentivo in minoranza. Mi chiedevo della mia famiglia di origine e la mia madre naturale in particolare, ma in termini del mio sviluppo, non mi sento di aver sofferto per questo. Penso che i miei genitori hanno fatto un lavoro fantastico e mi hanno aiutato a diventare una donna forte. Riguardo alla domanda su “da dove sono arrivata” a volte me lo chiedo ancora ma altre volte semplicemente scompare in termini di importanza».

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«È il momento per me di confrontarmi con la mia identità”. E io gli ho chiesto «Sei gay?». E lui risponde: «Beh, non ho avuto alcuna esperienza per esserne sicuro». E gli ho detto: «Papà, sono abbastanza sicura che tu sia gay».

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«Ho lentamente iniziato a parlare con le persone, riguardo mia madre, dopo il college»

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ILANA

«Mia madre era in crisi di mezza età. Alcune persone comprano auto nuove, e mia mamma ha avuto un nuovo orientamento sessuale».

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LAUREN

«Il fatto che i miei genitori erano divorziati ha oscurato il fatto che mio padre era gay. Penso che sia importante per mio figlio perché è cresciuto con due nonni e non saprà mai la differenza. Mio padre non è più nonno del suo partner; entrambi sono allo stesso modo suoi nonni».

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LUCAS

«Il fatto che mia madre fosse gay per me era molto facile da accettare perché sono tollerante con tutti. Era insolito, ma non era difficile. Ma dato che la situazione era peggiore per lei, io dovevo fare di più, lottando per i suoi diritti».

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DANIELLE

«Quando avevo circa 4 anni, stavo giocando con una mia amica e lei sempre giocava a fare la mamma e questa volta volevo farlo anch’io. Abbiamo litigato per questo. Mia mamma arrivò di corsa per chiedere qual era il problema: «Perché entrambi non giocate a fare la madre?». E io guardai incredula. Lei disse: «Danielle, tu hai 2 mamme!».

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MOSCHE

«Io e le mie mamme siamo sempre stati super vicini, ma naturalmente nella fase adolescenziale la odiavo. Ma ora lei è come una roccia ed è sempre lì per me. La amo».

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SHIRA

«Non appena mi ha detto che aveva trovato un altro, sapevo che si trattava di una donna. Aveva parlato di questa donna una volta o due volte. È come quando si parla di un amico e si capisce che il tuo amico ti piace dal modo in cui si parla di lui».

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DARNELL

«Ho dato per scontato il fatto che ero circondato da lesbiche e ho pensato che fosse normale».

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DIANA

«Mio padre dice che se non mi fossi confrontato con lui, avrebbe vissuto nascosto il resto della sua vita. Aveva pensato che non lo avrebbe mai detto a nessuno».

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ZACH

«Tutti nella mia famiglia sono adottati. Ho avuto meno problemi con due mamme e più problemi col trovare me stesso per la razza e l’origine etnica».

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